QUALE VERITA'?

Egregio dott. Franceschi,

giusto due anni orsono presso il Tribunale di Trento prendevano avvio le diverse cause tra il sottoscritto e il dott. Mario Bonaccorso, coinvolgendo alcune società.

Lo scenario attuale Le è ben noto: oltre ai fallimenti della Royal&Loyal, E.lab srl, Recta Capital (in quel di Trento) e il Gruppo Elmec (in quel di Catania)... c’è il sequestro dell’immobile incriminato di Belpasso, arbitrariamente sottratto alla Elmec SpA dal dott. Giovanni Pio Rosario Maglia.
Inoltre nelle acque dello Ionio naviga un catamarano, che ha tutta l’aria di essere il “bonus” finale di Bonaccorso, avendo potuto beneficiare di relazioni privilegiate da parte del sistema bancario trentino, che invece lascia sul campo alcuni milioni di euro!!!
Numerose altre volte e in vari modi Le ho scritto, senza mai trovare da parte Sua una benché minima attenzione. Pertanto con la presente mi permetto di insistere su alcuni aspetti che, ancora oggi, mi lasciano alquanto dubbioso, soprattutto per l’ambiguità da Lei dimostrata in questa vicenda.

1.
Le Sue “critiche” motivate del maggio 2005 (per il deludente bilancio del 2004) alla gestione Bonaccorso si scontrano con il Suo “laissez faire” dal gennaio 2006 in poi, nonostante i miei precisi segnali di assurde manipolazioni, anche a danno della Royal&Loyal.
2
Il Suo atteggiamento inerte e passivo davanti a certe mie denunce, benché ciò segnalasse inconfutabili danni economici alla stessa ISA SpA, socio di Recom/Royal&Loyal…
3.
Assoluto sprezzo nei mei confronti, pur socio paritetico a Bonaccorso e nonostante fosse stato proprio Lei a caldeggiare la collaborazione di un "senior manager"...
Di converso alquanto inusuale il Suo tono cordiale riservato a Bonaccorso: vedi il “Caro Mario” utilizzato nelle lettere a lui indirizzate del 23 marzo 2006 e del 5 aprile 2006.
4.
L’incomprensibile frenata al risanamento della Royal&Loyal, che già nel secondo semestre 2005 aveva dato i primi segnali concreti di ripresa e, soprattutto, era riuscita a consolidare un mercato delle forniture (in Far East) esclusivo e redditizio.
5.
L'assurda e coercitiva rinuncia a un finanziamento di un milione di euro, concesso dalla Provincia di Trento e già deliberato da Unicredit Banca d'Impresa, con la finalità di portare a compimento il progetto E.Lab srl (anche da Lei approvato!), che garantiva 9 posti di lavoro in quel di Lavis.
6.
Ancora nell’estate 2006 si sarebbe potuto salvare la società, prendendo atto di una irragionevole caduta del fatturato, già motivo sufficiente per la sostituzione di Bonaccorso: e non mi dica che ISA, seppur socio di minoranza, non avrebbe potuto utilizzare tutto il suo peso e tutta la “moral suasion”!!!
Tutto ciò (normale nel mondo imprenditoriale!) invece non avviene, quasi che fosse il business stesso (fidelizzazione … co-marketing..) a non destare più interesse alcuno…
Eppure il TREND settoriale era estremamente POSITIVO, come dimostrano i risultati realizzati da molte aziende nel successivo biennio 2006-2007…
7.
Ai primi di dicembre del 2005, in un famoso ristorante in Trento (vicino al Duomo ) presenti, oltre a Lei e il sottoscritto, anche Bonaccorso, Signoroni (neo presidente della Royal&Loyal) e il Suo collaboratore Veneri... si era parlato di una importante iniziativa immobiliare in quel di Milano (progetto Cavarossa), che aveva avuto – almeno apparentemente – un beneplacito corale e da parte di tutti.
Un tale progetto, invece, svanisce e – alcune settimane dopo – ci si trova coinvolti in un’acquisizione di un immobile sconosciuto in Sicilia: un acquisto assai dubbio sia nel metodo come nella sostanza….
8.
La Sua assoluta impassibilità davanti alle "galassie" di Bonaccorso e Maglia (v. http://prisma-professional-g-m.blogspot.com/ e http://prisma-professional-g-b.blogspot.com/), già evidenti e strumentali tentativi di manipolazione della verità.
9.
Come già ribadito in molte mie precedenti comunicazioni e su più fronti, Bonaccorso e il suo sodale Maglia mai avrebbero potuto realizzare un siffatto progetto, senza il beneplacito di qualche Potentato.
Se ciò è avvenuto, lo si deve:
- o all'abilità seduttrice e alle impudenti fanfaronate di Bonaccorso,
- o ai benefici attesi anche da altri attori e comparse,
- o alla negligenza da parte di chi avrebbe potuto o avrebbe dovuto esercitare un motivato e giusto controllo.

A questo punto Le rinnovo la domanda che già Le posi con la mia mail del 7 marzo 2007:
“… dopo tutte le mie informative, speravo in uno scatto di orgoglio anche morale da parte di ISA … se non altro per non aggiungere ingiustizia a ingiustizia!
Mi vuol dire quali sono le mie responsabilità di quanto è successo?"

Spero, finalmente, in una Sua risposta.
Aurelio Giorgini